Best Paper Award per un articolo dello Spoke 1 alla IPSERA di Rio de Janeiro
L’articolo selezionato tra oltre 200 studi internazionali
L’articolo “Digital platforms for sustainable supply chain: empirical evidence and theoretical implications” realizzato dal prof. Guido Orzes della Libera Università di Bolzano all’interno delle attività del RT 2 dello Spoke 1 in collaborazione con i prof. Giovanna Culot, Guido Nassimbeni e Marco Sartor dell’Università di Udine ha ricevuto il best paper award alla 33^ conferenza internazionale dell’ International Purchasing and Supply Education and Research Association (IPSERA). L’IPSERA rappresenta l’associazione scientifica di riferimento a livello mondiale sulle tematiche degli acquisti e della gestione delle supply chain.
Lo studio – selezionato tra oltre 200 articoli realizzati da atenei di tutto il mondo – analizza come l’utilizzo di piattaforme digitali possa contribuire al monitoraggio e miglioramento delle performance di sostenibilità dell’intera catena di fornitura. Si tratta dell’utilizzo di nuove tecnologie digitali che, mettendo in condivisione e analizzando i dati delle imprese che collaborano, riescono identificare aree critiche e possibili azioni di miglioramento, per cui attivare iniziative condivise.
L’articolo si è basato sul caso studio della piattaforma Open-es (https://www.openes.io/it) che oggi annovera tra i propri membri oltre 17,000 aziende associate localizzate in 98 Paesi diversi; il gruppo di ricerca ha intervistato 17 manager delle aziende presenti nella piattaforma.
Lo studio ha consentito di analizzare le principali discontinuità rispetto agli approcci tradizionalmente utilizzati per la gestione della sostenibilità nelle catene di fornitura. Più in dettaglio, ha consentito di fare luce: (a) sul funzionamento di questo tipo di piattaforme, (b) sulla loro efficacia per migliorare la sostenibilità delle supply chain, (c) sulle dinamiche coevolutive simili a quelle di un ecosistema che emergono tra i diversi attori in seguito a pressioni istituzionali comuni e (d) su come le interfacce digitali possano essere progettate per supportare queste dinamiche.
Si tratta di un tema estremamente attuale viste le recenti evoluzioni del contesto normativo europeo, che richiedono alle aziende di monitorare la sostenibilità ambientale, sociale ed economica dell’intera catena di fornitura.
Lo studio è stato finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU, nell’ambito del progetto iNEST – Interconnected Nord-Est Innovation Ecosystem (ECS00000043 – CUP I43C22000250006) e verrà utilizzato come base di partenza per lo sviluppo di piattaforme per il monitoraggio della sostenibilità delle aziende localizzate in aree montane e delle loro aziende di fornitura previsto dallo Spoke 1.