CC1: dalla sanità all’agroindustria, proposte innovative e sostenibili

CC1: dalla sanità all’agroindustria, proposte innovative e sostenibili

16 i progetti di startup selezionati per il nuovo programma di Accelerazione

Sono 16 i progetti di startup che proseguiranno nella Cross-Cutting Activity 1 di iNEST, “Support to the generation and the development of start-ups and spin-offs”. È il risultato dell’ultimo Selection Day, svoltosi il 3 dicembre presso l’Università degli Studi di Udine. A decretare questo esito è stato il Comitato della CC1, sulla base delle valutazioni espresse da una giuria di tre esperti in seguito alle presentazioni dei progetti: William Vespi (CIO di GoVolt Mobility), Carlo Asquini (membro di Italian Angels for Growth, rete di Business Angels italiani) e Ivan Mion (Senior Project Manager di Solari di Udine).

Ai team selezionati aspetta ora il secondo ciclo del programma di Accelerazione della CC1, che avrà inizio a gennaio e durerà sei mesi. Il nuovo programma introduce alcune novità rispetto allo scorso anno: un maggior numero di workshop e di pitch clinic, l’eliminazione dei formati online e una diversa strutturazione dei contenuti. Sarà un percorso assai intenso per i 16 progetti di startup, che saranno guidati nella definizione di un modello di business solido.

La sanità in prima linea
Il settore medico-sanitario è uno dei più rappresentati dalle soluzioni innovative presentate, che puntano a migliorare la qualità della vita di pazienti e anziani.

SYNARGY, dell’Università di Padova, offre nuove speranze nella lotta contro il cancro al rene, proponendo nuove terapie mirate basate su anni di ricerca innovativa; utilizzando molecole terapeutiche uniche, questo progetto di UniPD supera i limiti dei trattamenti attuali, ancora poco efficaci. ILMed – Infinite Loop di TEC4I FVG risponde invece alla carenza di personale sanitario e alla crescente domanda di cure personalizzate: si tratta di una piattaforma che integra l’IA e offre televisite, prescrizioni digitali e monitoraggio remoto dei pazienti, riducendo la necessità di visite fisiche e garantendo la privacy. Un altro esempio è NovaWalk dell’Università di Trento, che vuole migliorare l’autonomia di coloro che hanno disabilità motorie e cognitive che compromettono la capacità di camminare, offrendo un deambulatore robotico collaborativo che facilita la mobilità e funge anche da mezzo riabilitativo.

Anche l’intelligenza artificiale trova ampio spazio in questo settore: Easy Resp, progetto nato dalla SISSA, è una tecnologia innovativa per la riabilitazione respiratoria, basandosi sul movimento passivo degli arti. Tramite l’IA, il dispositivo adatta continuamente l’esercizio per ottimizzare la respirazione, migliorando la qualità della vita e il benessere a lungo termine di chi ne fa uso. OptiLink, dell’Università di Trieste, affronta l’inefficienza e la carenza di risorse nel sistema sanitario con due soluzioni IA: VisionDOC, sistema di visione che migliora la diagnosi precoce e l’analisi delle immagini mediche, e ChatDOC, che supporta i medici nella prescrizione farmacologica, ottimizzando costi ed efficacia delle cure.

Infine, BESAFE dell’Università di Verona si serve dell’intelligenza artificiale per supportare le persone anziane che vivono sole. Il sistema monitora la salute degli utenti a distanza, guidandoli nell’assunzione dei farmaci, suggerendo attività fisiche personalizzate e avvisando i contatti di emergenza in caso di incidenti.

Sostenibilità: un tema chiave
Puntare sulla sostenibilità è un modo alternativo per migliorare la qualità della vita delle persone. Lo dimostra BIOXGEN, proveniente dalla SISSA, che sviluppa OXI, un purificatore d’aria naturale e sostenibile basato su microalghe. A differenza dei comuni purificatori, OXI migliora la qualità dell’aria in case e uffici catturando l’anidride carbonica in eccesso, che compromette la salute fisica e mentale delle persone. Innovativo è l’approccio di COCAL, di OGS, in grado di raccogliere dati ambientali in tempo reale e ad alta risoluzione a costi accessibili, al fine di monitorare la qualità dell’aria, dell’acqua e del rumore. Il sistema supera le limitazioni degli strumenti tradizionali e supporta la partecipazione attiva dei cittadini nella raccolta delle informazioni.

La sostenibilità è una costante anche per quanto riguarda l’ambiente. Algae Scope di Ca’ Foscari sviluppa un’alternativa naturale e sostenibile ai PFAS, sostanze note come forever chemicals, che saranno vietati in Europa dal 2025: si tratta di polveri e rivestimenti derivati al 100% da alghe marine, biodegradabili e non inquinanti, ideali per tessuti, imballaggi alimentari e materiali da costruzione. SIPEOM, progetto UniTS, propone Probabilistic Emissions Forecast, un sistema di previsione probabilistica che integra simulazioni avanzate per prevedere con maggiore accuratezza il consumo di carburante e le emissioni di gas serra nelle operazioni marittime, supportando pratiche più sostenibili e conformi ai regolamenti.

Anche l’industria diventa più sostenibile
La sostenibilità è una parola d’ordine anche per i progetti di startup che mirano a portare innovazione nei processi industriali; a essa si aggiunge l’efficienza. Ne è un esempio EcoBot, dell’Università di Padova, che rivoluziona il riciclo dei rifiuti con soluzioni robotiche basate sull’intelligenza artificiale: grazie a sistemi di visione avanzati, EcoBot identifica e classifica con precisione materiali su nastri trasportatori o pile di scarti, così da ridurre gli sprechi e favorire un’economia circolare. Qualyco dell’Università di Verona vuole ottimizzare il processo di controllo qualità, spesso costoso e inefficiente con i sistemi tradizionali, utilizzando un’intelligenza artificiale in grado di apprendere in modo interattivo dagli operatori e di individuare autonomamente i difetti dei prodotti industriali.

Sono allineati con questo paradigma anche due progetti dell’Università di Trento: Fenix Ceramics e Robotizr. Fenix Ceramics affronta il problema della gestione delle ceneri prodotte dagli inceneritori, spesso utilizzate in modo poco efficiente.

L’idea è di trasformare queste ceneri in prodotti ceramici di valore, così da ridurre sia la necessità di discariche che l’uso di materie prime vergini. Robotizr semplifica invece la gestione quotidiana di robot e macchinari industriali, eliminando la necessità di formazione avanzata e costosa: si tratta di una piattaforma che permette agli operatori di interagire con le apparecchiature robotiche in modo intuitivo.

Anche l’agroalimentare reinventato
AeroFat dell’Università di Udine è, insieme ad AIRFARM di UniPD, una delle due idee che si propongono di innovare il settore agroalimentare. AeroFat affronta due grandi sfide: ridurre gli sprechi e fornire alternative salutari ai grassi saturi. A partire dagli scarti industriali ortofrutticoli, la startup produce farine vegetali che trasformano oli liquidi in sostituti del burro e della margarina, migliori dal punto di vista nutrizionale. AIRFARM, invece, vuole rendere più competitivo e produttivo il settore vitivinicolo con droni avanzati e sensori di ultima generazione per il monitoraggio e la gestione intelligente delle colture. Il sistema consente un controllo rapido e preciso anche nel caso di vigneti eroici, situati su terreni ripidi.